#NonSoloLibri: Battle Royale (Manga)

Inauguro la rubrica #NonSoloLibri parlandovi di un manga che mi ha tenuta incollata alle pagine fino alla fine della lettura dell’ultimo tankobon. Battle Royale. 
Il manga è un seinen che è tratto dall’omonimo romanzo (datato 1999). 


Vi spiego la trama. 




Ambientato nella Repubblica della Grande Asia, un luogo immaginario e che si trova al posto del Giappone. Ci troviamo in pieno regime totalitario, e la Repubblica è in conflitto con tutti gli Stati del mondo. Ovviamente, c’è anche un dittatore a cui ci si rivolge con il nome di Egenome. E questa è solo la base della storia. Scendiamo un po’ di più nel dettaglio.
In questo Stato totalitario vige il BR Act. Questa legge stabilisce che, ogni anno, venga scelta tramite sorteggio, una classe di terza media (riferimento italiano per far capire l’età dei vari personaggi). La classe estratta dovrà partecipare al Programma: un “gioco” all’ultimo sangue in cui i partecipanti devono uccidersi a vicenda. Il luogo viene scelto dal governo. Scappare non è possibile perché ogni concorrente ha un collare che fa da rilevatore di posizione e che esplode in caso di fuga o resa. 
In che modo si combattono l’uno con l’altro? Vengono fornite delle armi in modo del tutto casuale. C’è chi ha mitragliatrici, coltelli, pistole e chi dei coperchi di pentole. 
Il vincitore riceverà un’indennità a vita e un riconoscimento dall’Egemone.
E tutto questo perché? Perché il Programma è uno show.

Scommetto che vi ricorda qualcosa. Sì, anche a me. Una trilogia americana più recente, mix di opere come Il signore delle mosche, L’uomo in fuga, Battle Royale. Ma non andrò oltre con questo sproloquio.

I disegni del manga, sinceramente, non mi piacciono. Ma fanno il loro lavoro e danno quell’immagine di splatter che la trama richiede. Anche se Battle Royale non è solo splatter, ma analizza, come un manga può fare, la vita di questi 42 ragazzi con i loro pregi e i loro difetti. La loro natura, le loro amicizie, le varie alleanze e le loro paure. Perché il terrore, l’ansia e la follia regnano in quest’opera. È indubbiamente violento, è feroce, ed è una critica sociale alla competitività della società giapponese. 
Vale la pena leggerlo perché merita. Sono riuscita a godermi la storia anche se le tavole non mi piacevano e mi disturbavano abbastanza. 




I volumi sono 15 e l’opera è completa. C’è anche un seguito, che però ha una trama totalmente differente. 

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